Il segno avvolgente di Carlo Levi. Volti, mito e natura
L’esposizione presenta per la prima volta un importante nucleo di opere su carta (di recente acquisizione da parte della Fondazione Carlo Levi di Roma) composto da grandi pastelli e tecniche miste, databili dagli anni Cinquanta agli anni Sessanta, nelle quali si può rileggere, alla luce di una viva tensione creativa e di un audace sperimentalismo tecnico, quasi l’intera produzione del pittore; ritratti, Volti di contadini del sud, Maternità, soggetti mitologici (Narciso, Ulisse e Orfeo, Euridice), alberi morfologici e gli Amanti, un tema continuamente affiorante e rivisitato nella foga febbrile del colore-segno; con il quale, avvicinandosi agli ultimi suoi anni, il vitalismo di Levi esplora e rinsalda l’inscindibile legame fra Eros e Thanatos.
Accanto a questo nucleo centrale saranno esposte una serie di opere scelte di litografie, acqueforti e incisioni che mettono in luce un aspetto meno noto della sua produzione, ma estremamente importante dalla fine degli anni Cinquanta, quando Levi si dedicò con grande passione all’incisione contribuendo con diverse edizioni – oggi introvabili – alla diffusione di alcuni suoi temi particolarmente cari, che divennero parte costitutiva della cultura visiva italiana di allora.
Infine la sala della didattica propone, in formato digitale, una selezione di opere pittoriche realizzate da Levi durante il confino e che rappresentano i personaggi e i luoghi del Cristo si è fermato a Eboli. L’idea contenuta nel progetto rappresenta un primo passo nella creazione di uno spazio permanente di esposizione dedicato a Carlo Levi e di un sistema innovativo di realtà virtuali immersiva di estremo realismo e grande appeal tecnologico, che permetterà di visitare in remote situazioni rappresentate nelle opere (territoriali, paesaggistiche, umane) per i quali si rende necessaria una fruizione integrata dei contenuti.